dimagrire con dieta proteica

Dimagrire in fretta con la dieta proteica

La dieta proteica è da anni al centro di un nutrito dibattito circa la sua efficacia e la sua salubrità. Si tratta di uno speciale regime alimentare studiato per favorire un consistente calo ponderale in tempi piuttosto brevi e si basa quasi esclusivamente sul consumo di proteine di origine animale o vegetale. Generalmente un regime alimentare ad alto contenuto proteico non è consigliabile sul lungo periodo e dunque se ne raccomanda la sospensione dopo brevi periodi nei quali comunque in termini di calo ponderale i risultati sono generalmente apprezzabili. vediamo su quali principi si basa la dieta proteica.

Caratteristiche della dieta proteica

il regime alimentare noto come dieta proteica è caratterizzato come accennato da un elevato apporto di proteine di origine animale e vegetale e da un ridottissimo contenuto di carboidrati e lipidi. Lo scarso apporto di carboidrati è considerato un elemento essenziale per favorire la perdita di peso in eccesso e per la prevenzione della sindrome metabolica che colpisce una gran parte della popolazione, in particolare quella femminile, a partire dai 40 anni.

Il metabolismo infatti è soggetto a un progressivo rallentamento e la capacità di ripresa del fisico diminuisce. Ciò comporta un progressivo accumulo di tessuto adiposo, specialmente nell’area dell’addome. La dieta proteica dunque punta a un’azione mirata sul metabolismo. Privilegia le proteine derivanti da carni magre e punta il dito contro i carboidrati, ritenuti i maggiori responsabili dell’accumulo di tessuto adiposo.

Qualità delle proteine

Le proteine naturalmente non sono tutte uguali; alcune di esse sono utili al mantenimento del peso corporeo, altre sono utili all’accrescimento del tessuto muscolare, e altre ancora favoriscono il processo di dimagrimento. le proteine cui si fa principalmente riferimento quando si parla di dieta proteica sono quelle del terzo tipo descritto. esse sono contenute in alimenti come il pesce, ricco anche in omega tre, le carni rosse, le carni bianche come il pollo, nei legumi come la soia, i fagioli e in tutti i prodotti caseari a basso contenuto di grassi. Altri alimenti dall’alto apporto proteico sono i frutti secchi come le mandorle, le arachidi, i semi di girasole e le noci, da consumare comunque con parsimonia dato il loro importante apporto calorico.

I carboidrati, seppur in piccole dosi, sono comunque presenti in una dieta proteica poiché sono comunque essenziali per l’organismo, per mantenerlo in forze. l’eliminazione totale dei carboidrati dalla dieta può essere addirittura pericolosa e provocare gravi carenze e debilitazione fisica e mentale. Gli esperti consigliano di assumere il 40 per cento di carboidrati nel complessivo programma alimentare quotidiano. La dieta proteica, dunque, fa largo a frutta, verdure e cereali integrali. Un apporto di fibre è essenziale in una corretta alimentazione.

salute a base di probiotici

Salute a base di probiotici

I probiotici sono microrganismi viventi che esercitano un effetto positivo sulla salute, quali alleati del benessere. Sono batteri amici dell’organismo che incidono positivamente su diversi organi e apparati corporei. Batteri simili ai probiotici, presenti nella nostra flora batterica intestinale, sono assumibili mediante integratori alimentari o tramite alimenti. Ne sono esempio I lattobacilli, i quali proteggono da infezioni e costituiscono i principali componenti della flora batterica vaginale.

Considerata l’importante funzione protettiva che svolgono, i fermenti lattici vengono generalmente prescritti in caso di forti cure antibiotiche, quando si è maggiormente esposti ad agenti infettivi. Dal momento che I probiotici rafforzano le difese immunitarie, sono particolarmente apprezzati i prodotti, come quelli caseari, in cui essi sono contenuti.

Come agiscono i probiotici

I probiotici che, come sopra rilevato, rafforzano il sistema immunitario, sono divisi in diversi ceppi, svolgendo una funzione protettiva dall’attacco di agenti patogeni. Essi regolarizzano la flora batterica intestinale, rilevandosi risolutivi in caso di diarrea e stipsi; combattono l’helico bacter pylori, che è un batterio gram-negativo, causa di diversi, insopportabili disturbi. Tale batterio, generalmente presente nell’organismo, può insediarsi nella mucosa gastrica, giacchè l’ambiente acido costituisce il suo habitat naturale.

Una volta insediatosi nello stomaco, esso è in grado di arrecare notevoli danni alle cellule e fastidiose gastriti, se non addirittura ulcere. È bene evidenziare come i probiotici vantino anche altre qualità, come la capacità di regolare la pressione sanguigna o di ridurre il colesterolo in eccesso che, depositandosi sulle pareti arteriose, può ostruirle. Tra l’altro, aiuta a prevenire infezioni ed infiammazioni causate da agenti patogeni e, quindi,ad evitare il cancro al colon.

Come si assumono

I fermenti probiotici migliori possono essere reperiti con estrema facilità. Si pensi all’estrema varietà presente nei banchi frigo dei supermercati. Sul mercato è presente un’enorme quantità di prodotti caseari che contengono fermenti probiotici a prezzi assolutamente irrisori. Invece,in farmacia vengono venduti fermenti probiotici in soluzioni ad altissime concentrazioni e dal costo di gran lunga superiore. Ciononostante l’efficacia delle soluzioni ad alte concentrazioni è comunque garantita. Occorre soltanto non esporre i fermenti a temperature elevate.

Come si può constatare, le farmacie conservano i fermenti in speciali frigoriferi affinché le loro qualità restino inalterate. Taluni preparati farmaceutici sono molto appetibili, per l’aggiunta di aromi fruttati, come l’aroma d’arancia, dal gradevole profumo. Ciò invoglia decisamente ad assumere i probiotici quando si ha bisogno. Inoltre, non c’è alcuna controindicazione all’assunzione di probiotici. Ai soggetti allergici si raccomanda di leggere con attenzione la lista degli ingredienti, prima dell’assunzione di qualsivoglia tipologia di preparato farmaceutico.

funzioni vitali omega 3

Le funzioni vitali degli Omega 3

Al fine di un regime alimentare corretto ed equilibrato e perché no, di un soddisfacente risultato estetico che ne è la conseguenza, è importante dare al corpo le sostanze e l’energia necessarie, ma soprattutto giova assumere ulteriori tipi di sostanze che il nostro corpo non è in grado di sintetizzare per sua natura in via autonoma. Tra l’assunzione di queste sostanze, segnaliamo gli omega 3 che hanno una varietà di importanti funzioni, qui di seguito evidenziate.

Cosa sono gli omega 3

Gli Omega 3 sono acidi grassi polinsaturi essenziali, che contengono dei precursori, ovvero delle sostanze che,assunte nel nostro organismo si trasformano in acido linolenico e acido linoleico (nel caso di Omega 6). La loro assunzione è fondamentale e necessaria per il nostro corpo, per poter funzionare correttamente. Pertanto, medici ricercatori ed esperti in nutrizione ci tengono a sottolineare l’importanza che riveste l’introduzione per integrazione di omega 3. Ma vediamo insieme le sue potenzialità, di indubbia rilevanza.

Gli Omega 3 garantiscono una protezione efficace su più fronti:

  • Hanno, innanzitutto, funzioni antiaggreganti. Infatti, grazie alla loro azione, si riduce fortemente la possibile formazione di coaguli nel sangue. Per tale motivo sono considerarti sostante antitrombotiche a tutti gli effetti.
  • Esercitano un rilevante controllo sui trigliceridi: importanti studi del settore dimostrano che pazienti affetti da ipertrigliceridemia (condizione patologica che comporta un serio accumulo di trigliceridi nel sangue) hanno ottenuto una sensibile riduzione dei trigliceridi nel sangue in media del 20-40%, grazie all’assunzione di un dosaggio minimo di Omega 3, in particolare EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico), con l’effetto di ridurre sensibilmente i rischi cardiovascolari legati all’accumulo di trigliceridi, che sono considerati tra i principali fattori responsabili di infarti e di ictus.
  • Inumidiscono la membrana cellulare rendendola fluida. Tale funzione dona elasticità alle arterie, esercitando, dunque, un controllo indiretto sulla pressione arteriosa.

Queste sono solo alcune delle indiscusse potenzialità degli Omega 3, confermate dalla ricerca in materia di protezione cardiovascolare. Uno studio su circa 11000 vittime di infarto miocardico ha evidenziato, ad esempio, come l’assunzione costante di Omega 3 abbia ridotto notevolmente la mortalità ad esso imputabile. La ricerca non tralascia le sue potenzialità antinfiammatorie, tuttora oggetto di studi. Di recente, importanti applicazioni degli Omega 3 vengono estese anche alla possibile integrazioni già in età prenatale, dal momento che rilevanti studi in materia, rilevano come gli Omega 3 siano decisivi nella fase di sviluppo dell’infante.

nasi e orecchie ricavati dal grasso

Nasi e orecchie ricavati dal grasso

Un gruppo di scienziati del Great Onnond Street Hosp tal e della UCL (University College London) ha svolto una ricerca che potrebbe rivoluzionare la ricostruzione facciale. Si tratta di una scoperta potenzialmente rivoluzionaria che si basa su un utilizzo innovativo delle cellule staminali che verrebbero impiegate per ricostruire parti del corpo danneggiate a causa di infezioni interne oppure esterne. Scopriamo qualcosa in più.

Le staminali al servizio del corpo

In uno studio pubblicato sulla rivista Nanomedicine, gli scienziati hanno proposto un metodo per riconvenire in cartilagine le cellule staminali prelevate dal grasso addominale dei pazienti e far crescere così in laboratorio le orecchie da trapiantare. Attualmente il modo più fisiologica di ricostruire la cartilagine dell’orecchio nei bambini con difetti di nascita (o lesioni traumatiche) consiste nel prelevare la cartilagine dalla punta delle coste del torace, scolpirla a forma di orecchio e impiantarla.

Il paziente però è costretto in questo modo a sottoporsi a una operazione per il prelievo, con conseguente cicatrice e stress post-operatorio, e a un deficit aggiuntivo: la cartilagine prelevata dalle coste infatti non si rigenera più. D’altro canto, utilizzare materiali sintetici presenterebbe un elevato rischio di rigetto.

Usare le staminali per eliminare i difetti

Il lavoro di ricerca svolto dai ricercatori potrebbe superare tutte queste difficoltà. E’ stato dimostrato che le cellule staminali possono essere derivate da piccolissime quantità di grasso addominale e possono essere indotte a differenziarsi in cartilagine. L’uso di queste cellule, in combinazione con un’impalcatura biocompatibile per conferire, forma e forza, da un lato ridurrà la possibilità di rigetto, dall’altro eviterà interventi chirurgici ripetuti e la necessità di immunosoppressione, un aspetto molto importante per dei bambini malati sottoposti a diverse procedure mediche.

Inoltre, prelevare il grasso per le staminali è molto meno invasivo e doloroso rispetto al prelievo del midollo osseo. Sebbene l’attenzione dei ricercatori sia focalizzata sui bambini con difetti di nascita, questo metodo può essere utilizzato anche per la ricostruzione facciale negli adulti. In più, questa tecnica è talmente potente da poter essere applicata anche per la ricostruzione di altri tipi di cartilagine, come la laringe e il naso. Il prossimo passo sarà usare queste cellule in combinazione con un’impalcatura in grado di riassorbirsi con il tempo, lasciando la cartilagine viva della forma corretta che può crescere con il bambino. L’uso clinico è previsto entro i prossimi 5-10 anni.

controllare la fame

Come controllare la fame

Ognuno di noi, dopo un lungo, stancante pomeriggio di lavoro, a un certo punto inizia a sentire i crampi della fame. Sebbene questa sia una funzione necessaria alla sopravvivenza, non è solo per nutrirci che, di fatto, mangiamo. E’ il cervello che bisogna indagare per capire perché alcuni individui sentono la fame più di altri e non riescono a controllare questo impulso.

Perchè abbiamo fame?

La domanda da un miliardo di dollari è: come funziona questo meccanismo? Un nuovo studio pubblicato lo scorso febbraio stilla rivista Nature può aiutarci a scoprirlo. L’obiettivo generale degli studi è quello di individuare lo schema di cablaggio neurale che controlla la fame”, spiega il neumendocrinologo Bradford Lowell, uno degli autori della ricerca.

Il team di scienziati del Belli Israel Deaconcss Medical Center e della Hanord Medical School aveva precedentemente identificato un gruppo di cellule, i neuroni che producono il peptide correlato alla proteina Agouti (AgRP), che regolano i comportamenti alimentari e che, quando stimolate, spingono a mangiare voracemente. Adesso il team guidato da Lowell è riuscito a localizzale questi neuroni.

La scoperta di Lowell e i neuroni che attivano la fame

Utilizzando nuove tecnologie che permettono di mapparli uno a uno, sono stati in grado di scoprire quali tra i milioni di neuroni del cervello di un topo fornivano l’input a quelli AgRP, dice Lowell. In particolare, la tecnologia utilizzata in questo studio sfrutta una versione modificata del virus della rabbia, che viene manipolato per infettare solo i neuroni AgRP e risalire così all’origine del segnale. Contro ogni aspettativa, gli scienziati hanno scoperto che la regione coinvolta é il nucleo paraventricolare, una regione che a lungo era stata considerata la sede della sazietà.

Il team ha testato questa scoperta su un gruppo di lupi da laboratorio in cui venivano attivati o disattivati i neuroni responsabili dell’appetito, col risultato che i topolini che si erano appena nutriti continuavano a mangiare compulsivamente, mentre quelli che erano a digiuno da molto tempo non cercavano cibo.

Questa scoperta può essere un importante pomo di partenza per lo sviluppo di terapie contro l’obesità e di altri disturbi alimentari, in allarmante crescita nel mondo occidentale. È difficile ancora dire quando si potrà agire per combattere questi disturbi. Sicuramente gli studiosi si stanno avvicinando sempre di più a una comprensione complessiva e più ne sapremo, maggiori saranno le possibilità di intervenire.