vestiti per marte

Vestiti per Marte

La tuta spaziale aderente di Dava Newman, la BioSuit, contrasta con l’aspetto tradizionale delle tenute da astronauta.

Le tute per volare nello spazio

La NASA non produce in taglia small la propria attuale tuta, la Extravehlcular Mobility Unit (EMU), mentre la Newman vuole rendere possibile anche a donne sotto il metro e sessanta l’esplorazione di Marte. Il suo obiettivo principale, però, è di dare più mobilità agli astronauti. Lo spazio è vuoto, e quindi la tuta deve fornire la pressione necessaria perché il corpo degli astronauti non si dilati. A questo fine l’EMU usa del gas, che ne fa un aggeggio ingombrante in modo quasi
insopportabile. Inoltre si rimane sbilanciati dai pesanti zaini che contengono gli apparati per la respirazione.

La squadra di fisici e progettisti della Newman propone una tuta spaziale a compressione meccanica, che usa tessuti elastici anziché gas per tenere sotto pressione l’astronauta. La stanno creando in elastan, nylon e un nuovo materiale brevettato. La struttura dell’uniforme é data dal supporti per rinforzare i punti sottoposti a maggor tensione. Si ottiene così la pressione necessaria: circa un terzo di quella dell’atmosfera al livello del mare.
II gruppo sta mettendo a punto un casco ridotto, tenuto in pressione da un gas.

Gli astronauti dovranno essere in grado di guardarsi alle spalle, e quindi bisogna creare uno snodo a tenuta d’aria tra il casco e il resto della BioSuit.
Karl Langer – un anatomista dell’Ottocento – studio e registrò le linee di tensione nella pelle umana. Le sue ricerche hanno ispirato la struttura dei rinforzi metallici della tuta, che corrispondono ai punti critici di trazione.
Infine, ci sarà un sistema modulare per permettere agli astronauti di portare solo il necessario e di cambiare rapidamente le bombole di ossigeno nel corso delle missioni più lunghe.

La nuova tuta per lo spazio

Quando gli astronauti non esploreranno la superficie di un pianeta, si rilasseranno nella Stazione gale. Ma il tempo libero è un problema. Sulla Terra i muscoli e le ossa devono contrastare l’attrazione gravitazionale. Se non vengono usati come succede in assenza di gravità, invece si deteriorano. Inoltre, nello spazio gli astronauti possono crescere più di 7 centimetri, dato che la gravità non comprime più la colonna vertebrale. Quando torneranno sulla Terra, avranno un rischio quadruplicato di ernia del disco. Per risolvere questi problemi, due gruppi di ricerca del Kings Collega di Londra e del MIT (Massachusetts Instiate of Technology) hanno progettato questa tuta aderente che mantiene la struttura corporea.

In sostanza, cerca di sostituire la compressione data dalla forza di gravità su tutto il corpo. Dotata di staffe che passano sotto i piedi, la tuta elastica è appositamente troppo corta perché si tenda quando viene indossata “tirando” le spalle verso i piedi. Inoltre il tessuto che copre le gambe si tende di più che sul torso. In modo che gli arti inferiori sopportino una forza maggiore, riproducendo l’effetto della forza di gravità terrestre, che infatti aumenta via via che si scende verso i piedi.