algoritmi governano il mondo

Gli algoritmi governeranno il mondo?

A sessant’anni dalla morte di Man Turing, la nostra vita in casa e in ufficio è sempre più spesso organizzata da automi che, come i nostri telefoni, tablet e atri dispostivi, mettono in atto comportamenti estremamente intelligenti. Che cosa penserebbe il padre dei moderni computer dell’intelligenza artificiale che oggi pervade il nostro mondo?

Le scoperte di Turing

Turing é noto soprattutto per la sua attività di crittoanalista a Bletokley Parti, durante la Seconda guerra mondiale, che consentì al governo britannico di violare i cifrari tedeschi. Nel 1952 fu arrestato per pratiche omosessuali, all’epoca contro la legge, e morì suicida nel 1954, ad appena 41 anni. Nel dicembre 2013, dopo una lunga campagna a suo favore, gli venne rivolto un atto di pentimento postumo dai Reali inglesi. Ma a parte il suo fondamentale lavoro in epoca bellica, Turing è considerato anche ridestare dell’odierna informatica. Lo scienziato inglese aveva riflettuto a lungo sulla questione, rappresentata da corre riconoscere l’intelligenza artificiale.

‘Le macchine possono pensare?’, si chiedeva. Evitò vaghe elucubrazioni sulla natura della coscienza e suggerì un test di Turing” estremamente concreto: se, dopo una lunga conversazione (oggi diremmo condotta attraverso uno schermo e una tastiera), ancora non si riesce a stabilire se le risposte ricevute siano state generate da un umano o da una macchina allora dobbiamo riconoscere che, a tutti gli effetti, il nostro interlocutore, chiunque o qualunque ossa esso sia, ‘pensa’ proprio come uno di noi.

L’algoritmo di Google che domina il mondo

Oggi, alcuni dei rostri sistemi intelligenti comunicano effettivamente secondo le modalità ipotizzate da Turing: ma i comportamenti di questi dispostivi sono dettati non dal pensiero umano, ma da algoritmi. Si tratta di procedure che codificano nozioni o competenze in un insieme di regole: per arrivare a una risposta, basta seguire istruzioni predeterminate (un esempio è il metodo imparato a scuola per risolvere le divisioni lunghe). l’origine degli algoritmi è antichissima (gli antichi Greci avevano già messo a punto procedure codificate per individuare i primi numeri), ma la loro età d’oro coincide con la diffusione dei computer.

E’ possibile che in futuro non riusciremo più a distinguere pensiero umano da quello artificiale. Sui mercati azionari, per esempio, l’interazione tra algoritmi superveloci può determinare squilibri incontratati, sia in positivo che in negativo, ancora prima che gli operatori umani ne siano consapevoli. Utilizzati a fini commerciali, possono acquisire un potere spaventoso. PageRank, Per esempio, e l’agoritmo utilizzato da Google per classifcare i risultati ottenuti da ricerche sul web. Il contenuto, naturalmente, è segreto, ma ogni volta che Google ne corregge i meccanismi, l’ordine degli esiti delle ricerche cambia. Influenzando cosi i destini commerciali di aziende e prodotti di tutto il mondo.